UN LIBRO ..UN CONSIGLIO ..UNA VERITA’

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UN LIBRO ..UN CONSIGLIO ..UNA VERITA’

Categoria : Informativa

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UN LIBRO ..UN CONSIGLIO ..UNA VERITA’ «Una canna ogni tanto non ha mai fatto male a nessuno». Una ritornello che dopo cinquant’anni continua a ripetersi.
Ho dedicato il libro ad alcuni amici, elencati per nome, che sono morti

per colpa di questo ritornello. Comunque, come l’Onu ricorda in ogni occasione sulla base di ricerche e verifiche incontrovertibili, la cannabis non solo induce dipendenza, ma può danneggiare il quoziente intellettivo, le performance scolastiche e lavorative e compromettere l’abilità alla guida. Oggi, come dimostra l’aumento dei ricoveri per l’uso di cannabis, i livelli di Thc (tetraidrocannabinolo) delle canne sono molto aumentati e il principio attivo viene persino mischiato con sostanze che lo rendono ancora più pericoloso. Ma anche lo spinello classico viene assorbito dagli organi, incidendo, ad esempio, sulla sterilità e sugli apparati sessuali. Infine, mi chiedo: «Come mai gli Stati più liberali, come l’Olanda, lasciano libera la vendita ai consumatori stranieri, ma cercano di limitare il più possibile il mercato interno?»

Oggi la cannabis è sempre più diffusa fra i giovani. Parlare loro dei pericoli può aiutarli davvero?
È indispensabile. I ragazzi non sono stupidi, ma purtroppo certe cose non le sanno nemmeno i loro genitori. Persino certi cattolici chiudono gli occhi. C’è molta ignoranza e conformismo. Eppure la questione è centrale: la droga toglie la libertà e quindi rende impossibile ogni educazione.

Oggi si fa di tutto pur di anestetizzare il dolore o per evadere da una vita che pare non rispondere ai nostri desideri. I ragazzi usano la droga anche per questo. Può bastare l’informazione?
I ragazzi hanno bisogno di adulti che si curino di loro. Che sappiano i danni della droga, che non chiudano gli occhi e intervengano se la usano. Adulti capaci di soffrire con loro, persone che amano la vita così com’è e che desiderino camminare al loro fianco, consapevoli che anche i comportamenti ribelli fanno parte dell’adolescente, come i turbamenti. Dolore, ribellione, incertezze, tutto questo non deve essere eliminato o coperto, come vuole la droga, ma percepito come parte di un cammino per arrivare a una meta, un motore per cercare e trovare se stessi. Ciò chiede che l’adulto ci sia e sia interessato a fare lo stesso cammino con il giovane ricordandogliene sempre lo scopo: la realizzazione di sé e l’incontro con l’altro. Il resto è un permissivismo opaco, che maschera appena il disinteresse e la paura della vita. Innanzitutto nei più grandi.


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